Sollievo per la Carne

Una festa fatta di eccessi alla luce della Bibbia

Questo è il significato letterale della parola “carnevale” (carne levare), una delle tante feste, di origine pagana, che affolla il nostro calendario. Gli elementi caratteristici della festa sono principalmente la baldoria, le maschere, gli scherzi…

LE ORIGINI

Se dovessimo fare un esame attento sull’origine del Carnevale, saremmo sconcertati dal sapere che, ciò che viene considerato innocente e distensivo, affonda le radici in veri e propri riti pagani che ispiravano orge, atti illeciti collegati direttamente alle feste dionisiache greche (Dionisio era il dio greco del vino) caratterizzate dal raggiungimento di uno stato di ebbrezza ed esaltazione, dando libero sfogo agli istinti più sfrenati. Esiste anche un collegamento alle feste pagane dei saturnali (feste romane celebrate in onore del dio Saturno), cerimonie religiose di carattere licenzioso che prevedevano, tra l’altro, la temporanea sospensione – semplicemente consentita per opportunismo – del rapporto servo-padrone a significare la libertà di operare contrariamente all’ordine comune: a carnevale ogni scherzo vale! Ribaltando i ruoli, ogni follia era lecita!

L’avvento del cristianesimo istituzionalizzato privò del contenuto magico e rituale questa e tante altre feste pagane, tuttavia le pratiche rimasero inalterate. Il clero medievale tollerò i riti popolari collegati al carnevale nonostante la loro grossolanità: festa dell’asino, dei folli ed altri ancora.

LE MASCHERE

Le prime testimonianze documentarie riguardanti il Carnevale confermano la caratteristica dell’uso sregolato dei cibi, delle bevande e dei piaceri sensuali, sovvertendo intenzionalmente l’ordine vigente delle cose e scambiando i ruoli sociali. Tutto ciò nascondendo la vecchia identità dietro le maschere. La storia ci racconta di Enrico II di Francia che attraversò Parigi in maschera per sentire ciò che i sudditi dicevano di lui. Dopo di lui Enrico IV. In seguito, nel 1655, il Re Sole comparve mascherato ad una festa e da allora fu ripresa definitivamente questa tradizione, ancora fortemente radicata nella nostra cultura. Ormai, carri allegorici e maschere sono la caratteristica predominante del carnevale, basti pensare al Carnevale di Rio de Janeiro, di Venezia, Viareggio e molti altri ancora dal nord al sud della Penisola. Secondo alcuni esperti, la maschera nera sul viso di Arlecchino, il volto bipartito di Pulcinella, il corpetto e i campanacci sul dorso dei mamutones sardi, sono richiami all’occulto, per non parlare, poi, dell’uso delle maschere tribali in Africa o quelle degli sciamani usate in Niger o in Messico che sono utilizzate per allontanare i demoni. Le popolazioni della Malesia usavano invece travestirsi come auspicio per la fertilità del suolo.

Anche se oggi le maschere hanno perduto l’atavico retaggio dell’occulto, sono ancora il segno di una cultura che non ha mai smesso di essere pagana dove è costante il gusto per l’osceno, il travestimento, la simulazione, l’esibizionismo e la morte.

LA BIBBIA

Ovviamente, non c’è scritto da nessuna parte nella Parola di Dio che i nostri figli non si debbano mascherare da Batman, Robin, Spiderman, come nel passato ci si mascherava da Zorro, Cenerentola e via dicendo. Ma è assolutamente vero, però, che la Bibbia presenta dei principi che rispecchiano lo Spirito di santità e di grazia proprie del Signore, che hanno decisamente poco a che fare con il disordine e la sensualità che contraddistinguono il Carnevale. L’ordine che tale festa vuole infrangere si scontra chiaramente con quello che Dio ha stabilito sin da principio (cfr. Gen. 1:11, 21, 25); tutto ciò è in abominio al Signore: “La donna non si vestirà da uomo, e l’uomo non si vestirà da donna poiché il Signore, il tuo Dio, detesta chiunque fa tali cose” (Deut. 22:5; cfr. anche II Cor. 11:4:16).

Il cristiano nato di nuovo deve essere ispirato ad un principio di santità: “Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: “Siate santi, perché io sono santo” (I Pietro 14-16) e non deve farsi avviluppare dal sistema di cose che agita questa nostra travagliata società: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:2). Il vero credente non ha paura di andare controcorrente rispetto all’andazzo del mondo – anche se rischia di essere tacciato di bigottismo – perché egli non è schiavo delle mode del momento e tantomeno di certe festività che si rifanno a principi estranei alla sobrietà e all’equilibrio biblico, perciò siamo chiamati ad esaminare ciò che sia accetto al Signore ed agire di conseguenza: “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele” (Efesini 5:10, 11).

Il credente in Cristo vive una vita nuova che non è un travestimento o una mascheratura ma una dismissione di ciò che non gli appartiene più: “…avete svestito l’uomo vecchio con i suoi atti e rivestito il nuovo, che si va rinnovando in conoscenza ad immagine di Colui che l’ha creato” (Colossesi 3:10).

Il Carnevale, come Halloween, e come ogni altra festività religiosa o pagana che sia, divenga per ogni vero credente consacrato a Dio una testimonianza di fedeltà e di santità. Egli non bisogno di liberarsi da inibizioni terrene o sfogarsi da pulsioni carnali represse, ma di vivere appieno la propria libertà cristiana, scevro da ogni senso di inferiorità rispetto a ciò che fa la maggioranza ma, soprattutto, felice della propria identità da non mascherare e né nascondere perché: “Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitú” (Galati 5:1).

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