Santi Subito!

Chi sono (veramente) i santi secondo Dio?

santi-subito
La parola “santo” deriva dal termine greco hágioi che significa “separato, consacrato a Dio”. È quasi sempre usato al plurale, “santi”:

  • “… Signore, ho sentito dire da molti di quest’uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi [inteso come discepoli] in Gerusalemme”
    (Atti 9:13);
  • “Avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti si recò anche dai santi residenti a Lidda”
    (Atti 9:32);
  • “Questo infatti feci a Gerusalemme; e avendone ricevuta l’autorizzazione dai capi dei sacerdoti, io rinchiusi nelle prigioni molti santi …” (Atti 26:10).

Il significato del termine “santo” attiene a un gruppo di credenti, definiti tali perché “messi da parte per il Signore” e per il Suo servizio. Esistono tre riferimenti alla parola santi per definirne il carattere pio: “Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi …” (Rom. 16:1, 2); “per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo” (Efesini 4:12); “come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi” (Efesini 5:3).

I SANTI SONO I VIVI, NON I MORTI!

Pertanto, biblicamente parlando, i “santi” sono il corpo stesso di Cristo, i cristiani, la chiesa. Tutti i cristiani sono considerati santi e, allo stesso, tempo sono chiamati a essere santi [cfr. Romani 8:27; I Tessalonicesi 5:23]. I Corinzi 1:2 lo afferma chiaramente: “Alla chiesa di Dio che è in Corinto ai santificati in Gesù Cristo, chiamati ad essere santi …”. Le parole “santificati” e “santi” derivano dalla stessa radice greca come il termine tradotto comunemente “santi”. I cristiani sono santi in virtù della loro unione con Cristo, perché purificati e separati dal peccato grazie al sangue di Gesù. I cristiani sono chiamati ad essere santi, a consentire sempre più alla loro vita quotidiana di armonizzarsi più strettamente con la loro posizione in Cristo.

LA CONCEZIONE CATTOLICO-ROMANA ALLA LUCE DELLA BIBBIA

In che modo il significato cattolico-romano dato al termine “santo” regge al confronto con l’insegnamento biblico? Non regge affatto! Nella teologia cattolico-romana, i santi sono stati elevati agli “onori degli altari” da uomini, sono stati “canonizzati” cioè dichiarati santi e quindi degni di adorazione (un gradino in più rispetto alla beatificazione). Nella Bibbia, invece, i santi sono sulla terra e sono stati resi tali da Dio, perché salvati per fede e grazie all’opera di redenzione compiuta da Cristo. Nella pratica cattolico-romana, i santi sono venerati, li si prega e, in alcuni casi, sono adorati. Nella Bibbia, i santi sono chiamati a venerare, adorare e pregare soltanto Dio. Infatti, la Bibbia non insegna mai a riverire, pregare, affidarci o “idoleggiare” nessun altro all’infuori di Dio. La gloria, la lode e l’onore appartengono soltanto a Lui. Soltanto Dio è degno “… di ricevere la gloria, l’onore e la potenza …” (Apocalisse 4:11), di ricevere il nostro culto, la nostra adorazione e la nostra lode (Neemia 9:6; Apocalisse 15:4).
La Bibbia è assolutamente chiara sul fatto che dobbiamo adorare soltanto il Signore. Nella Bibbia, gli unici esempi di qualcun altro che non sia Dio a ricevere adorazione sono i falsi dèi, che sono Satana e i suoi demòni. Tutti i seguaci del Signore rifiutano l’adorazione. Pietro e gli apostoli rifiutarono di essere adorati (Atti 10:25, 26; 14:13-15). Gli angeli rifiutano di essere adorati (Apocalisse 19:10; 22:9). La risposta è sempre la stessa: “Adora Dio!”.

Allora Gesú gli disse: “Vattene, Satana, poiché sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto” (Matteo 4:10).

comment : 0