“Nulla mi separerà dall’amore di Cristo”

La testimonianza di Ester…


 
Sono nata in una famiglia di fede evangelica. I miei genitori, poco dopo la mia nascita, spinti dal desiderio di servire il Signore ed evangelizzare l’Italia nord-est, si trasferirono da Torino a Verona. Era il 1959. Lasciarono la comunità dov’erano cresciuti, i parenti e la casa dov’ero nata; io avevo 50 giorni e mia sorella Lidia circa 6 anni, tutti insieme partimmo per affrontare una nuova vita non scevra da difficoltà.
I miei ricordi risalgono a quando avevo circa quattro anni. La mia famiglia con una manciata di credenti e simpatizzanti, si riuniva in casa ed io giocavo con mia sorella a “fare il culto” nella stanza adibita a locale. Rammento anche quando mia madre stette male e mio padre l’accompagnò all’ospedale in ambulanza, mia nonna venne da Torino ad occuparsi di noi ed io pregavo il Signore perché capii che le cose erano molto serie. Infatti, mia madre rischiò di morire per una gravissima occlusione intestinale. Data per “spacciata” dai medici e lasciata letteralmente morire in una stanzetta del reparto, si riprese da sola e chiese del cibo lasciando stupefatti medici e personale ospedaliero, meritandosi l’appellativo di “miracolata”.

Non fu la prima né l’ultima volta che il Signore dimostrò la Sua fedeltà nella mia casa: mia sorella fu guarita per ben due volte da gravi patologie a causa delle quali i dottori avevano sentenziato un cupo futuro da disabile mentre ora invece è perfino nonna!

Il Padre Celeste aveva per noi un piano meraviglioso; nonostante le difficoltà fisiche, materiali, spirituali e morali, Dio portò avanti la missione che ci aveva chiamato a compiere in quelle zone. Tante volte siamo rimasti senza cibo, vestiario e cose di prima necessità, eppure il Signore provvedeva puntualmente il necessario. Fummo denigrati ed emarginati dalle persone e dai religiosi locali che ci additavano come “protestanti”, altri ancora disprezzavano mio padre perché, nonostante i gravi problemi di salute di mia madre, continuava ad annunciare l’Evangelo con gioia. Nonostante ciò, nel tempo la comunità crebbe e si fortificò, la testimonianza si sparse nelle città vicine grazie anche all’aiuto di altri fratelli chiamati dal Signore.

Io crescevo, rendendomi conto che il Signore era buono e ci amava, ma non ero felice, anzi ero molto paurosa e insicura: mi sentivo angosciata dal futuro. Spesso mi chiedevo perché vivevo e quando di notte, in preda agli incubi, correvo in camera dei miei genitori per farmi consolare, ma ero consapevole che non potevano fare nulla per lenire la mia sofferenza interiore. Ed avevo solo 8 anni! Fino a che, poco tempo dopo, durante il mio primo “campeggio” cristiano, alla fine di un culto, sperimentai una grande pace, una sensazione così speciale che fui convinta di aver ricevuto ciò per cui stavamo pregando: il battesimo nello Spirito Santo. Invece, il Signore stava iniziando la Sua dolce opera nel mio piccolo cuore. Ringrazio il Signore perché, pur con le incoerenze della fanciullezza, il seme della Parola di Dio portò il suo frutto e a 11 anni sperimentai la tanto desiderata pienezza di Spirito con il segno iniziale del parlare “in altre lingue”. A 12 anni feci il battesimo per immersione nel fiume Mincio e, il 3 novembre 1974, a 15 anni, consacrai tutta la mia vita e la mia chitarra per l’opera del Signore.

Le cose da raccontare sarebbero tante, tra cui il periodo formativo trascorso presso l’Istituto Biblico Italiano insieme a mio marito. Vorrei soltanto nominare, tra i tanti, alcuni carissimi fratelli e sorelle missionarie che, oltre ai miei genitori, i coniugi Supertino, hanno contribuito con il loro esempio di fede e di servizio alla mia crescita spirituale: i coniugi Henry e Elisabeth Marin, i fratelli Fred Segardel e Giuseppe Vitello, il fratello Pietro Grua; le sorelle Loretta Castaldi e Josephine Furnari (promotrici dell’opera della Scuola Domenicale in Italia), la famiglia Perna, J. Wakefield e Al Smith, che pregarono per me quando il Signore mi battezzò nello Spirito Santo; il fratello Francesco Toppi e tanti altri cari servitori di Dio che con la loro parola e testimonianza hanno segnato il mio cuore e la mia vita.

Ora, nel servizio che rendo al Signore insieme a mio marito e i miei figli, considerando i giorni passati, posso soltanto esclamare, come l’apostolo Paolo, che, nonostante le varie circostanze della vita, “… nulla mi separerà dall’amore di Cristo”.

Ester

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