Bestemmia: sempre peccato o da contestualizzare?

I dizionari la definiscono come un’offesa a Dio con espressioni ingiuriose, nel suo significato il termine denota maldicenza e calunnia, nel senso scritturale, indica un detto irriverente e ingiurioso, concernente Dio, il Suo amore o i Suoi attributi.

L’argomento si ripropone quando a pronunciare la bestemmia è un personaggio pubblico.
In realtà è la normalità di tanti che la credono innocua.
Alcuni, anche religiosi, ritengono che bisogna contestualizzarla, altri che spesso è sbagliato pronunciarla: la Bibbia la condanna sempre.
Il cambiamento è palese nei vari aspetti della vita.
Evidentemente il deteriorarsi di certi valori anche nelle istituzioni e norme di comportamento tradizionale hanno il loro peso.
Molti credono che sia un bene per l’uomo bestemmiare e così sfogare il proprio nervosismo.
La bestemmia non aiuta a liberare dall’ira, che invece mette radici più profonde e si alimenta da sola, come ricorda la Bibbia: “La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira”
Fin dall’antichita’ il paziente Giobbe diceva: “Bada che la collera non ti trasporti alla bestemmia, la grandezza del riscatto non ti spinga a deviare!”
I dizionari la definiscono come un’offesa della divinità con espressioni ingiuriose.
Nel suo significato primitivo il termine bestemmia denota ogni genere di maldicenza e calunnia. Nel senso ristretto scritturale, e anche nell’uso comune, indica un detto irriverente e ingiurioso, concernente Dio, il Suo amore o i Suoi attributi.
In Israele la Legge di Mosè comandava: “Non bestemmierai contro Dio e non maledirai il principe del tuo popolo” e ai tempi del libro dell’Esodo un bestemmiatore fu lapidato.
Nel Nuovo Testamento resta l’avversione divina: “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca… Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!”.
Con la venuta di Gesù, l’accento si è però spostato dalla repressione alla responsabilizzazione.
Gli stessi credenti sono invitati a non dare occasione di bestemmia ai non credenti: “Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra gli stranieri” (Lettera di Paolo ai Romani 2:24).
L’escalation della bestemmia è stata anticipata dalla Bibbia: “…negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili. Poiché gli uomini saranno … bestemmiatori…” (Seconda lettera di Paolo a Timoteo 3:1,2).
In ogni caso è vicino il giorno in cui si dira’: “…Il Signore e’ venuto con le sue sante miriadi per far giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno ampiamente commesse, e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno proferito contro di lui”.
A quanti vorrebbero non bestemmiare ma non riescono, Gesù ricorda: “Dall’abbondanza del cuore la bocca parla”.
Occorre quindi invitare il Salvatore nella propria vita: Egli cambierà e trasformerà l’esistenza, e quindi il linguaggio, di chi Lo invoca.

Articolo tratto da Cristiani Oggi