10 motivi per non essere cristiano

Scopri dieci ragioni per non diventare un cristiano nato di nuovo
(o all’occorrenza sviarti).

Quanti spesso adducono le più disparate ragioni per non convertirsi mai, allo stesso modo di come alcuni “credenti” decidono di fare la fine di Dema, sollevando questioni che tendono a giustificare la loro scelta sbagliata, di tornare al loro vomito, di sguazzare nel fango da dove erano stati tirati fuori.
Sappiamo bene che niente e nessuno deve pregiudicare la nostra decisione di seguire Cristo e di consacrarci a Lui. Ma vediamo ora la Top 10 delle più svariate ragioni sollevate da alcuni:

#10: Un sacco di cristiani sono ipocriti!
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È vero! Non pochi credenti carnali sono ipocriti; questo non ci deve sorprendere. Ci sono delle mele bacate, ma nello stesso cesto se ne trovano molte altre assolutamente buone e gustose. Non per questo si butta via tutto. Ovviamente, il buon senso e un minimo di spiritualità ci porta a pensare che non tutta la comunità di Corinto era da buttare, a causa di credenti che creavano scandalo, come pure i credenti cui Giacomo si rivolgeva con parole pesanti o alcuni Colossesi che facevano i presunti spirituali (cfr. Col. 2:16-19; II Pietro 2:18-20 e rif.). In ogni caso, è meglio vivere qualche tempo con gli ipocriti in chiesa che passare l’eternità all’inferno con loro? (cfr. Matteo 13:24-43).


#9: Non sono abbastanza bravo.
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Se uno diventa un cristiano nato di nuovo, non è perché se l’è meritato. Infatti, diventiamo credenti proprio perché riconosciamo di non essere bravi, buoni e meritevoli di salvarci da soli: siamo peccatori! La salvezza del credente si fonda sulla grazia di Dio ottenuta per fede in Cristo e non sulla nostra giustizia (cfr. Romani 3:21-28). Se pensiamo di poggiarci sula nostra giustizia, non saremmo mai salvati (Giacomo 2:10, 11).


#8: Non conosco abbastanza la Bibbia, la fede …
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Il punto è un altro: Credi in Dio? Credi che Gesù, Suo Figliolo, “… ha dato se stesso per noi al fine di riscattarci da ogni iniquità e di purificarsi un popolo suo proprio, zelante nelle opere buone” (Tito 2:14). L’Evangelo raggiunge il nostro cuore per suscitare in noi la fede (cfr. Atti 16:14; Romani 10:8-17) e lo Spirito Santo ci compunge (Atti 2:37-39); il resto viene con il tempo e la diligenza (cfr. Ebrei 5:12-14; I Pietro 5:10). Non ti preoccupare di sapere le cose, vivile per fede e il Signore guiderà i tuoi passi.


#7 : È troppo difficile!
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Essere un vero cristiano non è facile! Ma non per questo non dobbiamo diventarlo oppure non dobbiamo perseverare per esserlo. I violenti entrano ne regno dei Cieli e spesse volte dobbiamo fare violenza su noi stessi, sul nostro ego, sulla nostra vecchia natura consacrandoci sempre più a Dio, a qualunque costo (cfr. Luca 9:57-62; 14:26-35). Ma non ce la dobbiamo fare da soli! Il Signore ci provvede gli strumenti necessari (cfr. II Cor. 10:3-5, Efesini 6:10-18) e per la Sua grazia noi possiamo procedere nel nostro cammino cristiano (cfr. II Cor. 2:16; I Cor. 15:10). Se pensiamo di disertare dalle fila dei credenti impegnati per il Signore o non volerci convertire a Cristo per evitare le difficoltà che ciò comporta, allora cadremo nella trappola di una vita miseranda qui oggi e di rovina eterna per sempre.


#6: Sono troppo peccatore, Dio non mi perdonerà mai.
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Che hai combinato? Hai perseguitato i cristiani? Li hai costretti a bestemmiare sotto tortura? Li hai maltrattati fino alla morte? (cfr. I Tim. 1:12-16; Atti 8:1-3). Se Dio ha perdonato Saulo da Tarso, il persecutore di Cristo (cfr. Atti 9:1-6 e succ.) e perdonato quanti avevano crocifisso il Figlio di Dio (cfr. Luca 23:33, 34; Atti 2:36), Egli sarà ben disposto a salvare anche te (cfr. Luca 15:1-32). Gesù, infatti, è morto per i peccati di tutto il mondo, inclusi i tuoi (cfr. I Giov. 2:2; I Tim. 2:5, 6). Non aspettare di diventare accettabile agli occhi di Dio per essere salvato e non credere di aver commesso un peccato troppo grande, da non poter essere perdonato.



#5 : Ma la mia famiglia? E quelli che non hanno ascoltato il Vangelo, andranno tutti all’inferno?

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Una volta che uno è cosciente del proprio stato di perdizione e di condanna, si rende conto della condizione anche dei propri cari e questo produce preoccupazione: ma la prima cosa da fare è quella di salvarsi per salvare altri (cfr. Luca 8:39). Il carceriere di Filippi portò Paolo e Sila a casa propria (Atti 16:31-33), come fece già Lidia (16:14, 15). Non dobbiamo permettere all’avversario di offuscare gli occhi della fede: Paolo era disposto a morire per i suoi fratelli, ma per questo non rinnegò il Salvatore e continuò ad annunciare la Parola a costo della sua vita stessa (cfr. Rom. 9:1-5; vd. anche 10:1 e succ. fino a 11:36).


#4 : Dio è misericordioso, alla fine salva tutti.
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È vero, Dio è pieno di compassione e non vuole che alcuno si perda (cfr. II Pietro 3:9), per questo Egli ha dato il Suo Unigenito per salvarci e donarci la vita eterna (cfr. Giov. 3:16), ma Egli è anche giusto e santo ed è pronto a giudicare ogni malvagità e non a passarci sopra (cfr. Rom. 1:28-32; 2:2, 4, 5 e rif.). Quando la porta della grazia si chiuderà (cfr. Matteo 25:11-13) e “fuori” ci sarà il pianto e lo stridor dei denti (cfr. Matteo 13:40-42; Luca 16:19-31). Oggi c’è salvezza per chi crede, domani giudizio per chi non crede (cfr. II Tess. 1:5-10). Non cadiamo nel tranello diabolico che poi, alla fine. Dio salva tutti: Egli salva chiunque si ravvede, si converte e persevera fino alla fine (cfr. Matteo 24:13).



#3 : Sono abbastanza bravo, sarò salvato.
Dio non potrà condannarmi!

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Diciamo quello che vogliamo, ma alla fine ci saranno grandi sorprese. Quanti ritenevamo credenti in gamba, bravi e buoni, si riveleranno davvero per quello che sono, semplicemente perché Dio non si fa incantare dalle apparenze, confondere dall’opinione della maggioranza o convincere da un parlare ampolloso. Molti possono aver confessato Gesù come Signore (Matteo 7:21), aver persino operato nel Suo Nome (v. 22) ma, in effetti, non aver compiuto la Sua volontà (cfr. Luca 13:23-27; Matteo 7:21-23). Il punto è un altro: stai ubbidendo alla Sua volontà? (cfr. Marco 16:15, 16).


#2 : Non mi sento ancora pronto. Forse domani.
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Alcuni vorrebbero ancora raccogliere frutti selvatici dal loro campo di peccato. Soltanto scuse per non decidere di mollare davvero la loro vecchia vita, le loro abitudini peccaminose e cercano di procrastinare: grave pericolo! Dio conosce bene le nostre intenzioni e non si può ingannare (cfr. Galati 6:7, 8). Noi raccoglieremo quello che abbiamo seminato! In effetti, il punto non è quello di riuscire a diventare cristiano prima di morire, ma di ravvedersi prima che il cuore s’indurisca a causa dell’inganno del peccato (cfr. Ebrei 3:13; Luca 8:4-15).


#1 : Me, me stesso e io.
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Pochi, forse nessuno, sarà mai disposto ad ammettere che la ragione per cui non si vuole convertire [come pure non pochi credenti, consacrare] è da scoprire in sé stessi. In ogni caso, tutti i nove precedenti punti non fanno altro che convergere su una ragione fondamentale: contiamo più noi stessi o il Signore? La nostra o la Sua volontà. Faraone non cedeva agli appelli di Mosè perché si riteneva più importante di Dio e questo lo spingeva all’ostinazione, alla ribellione (Esodo 5:1, 2; 10:3). La stessa cosa avviene a quanti si ostinano a rifiutare Dio nel nome del proprio io e della propria ostinazione (cfr. Romani 1:18-32).


Conclusione
Se non ti decidi ancora a dare il tuo cuore a Gesù, domandati il perché? Forse puoi addurre 10, 100, 1000 ragioni, ma nel tuo cuore sai bene che è una questione che riguarda te e Dio. Non permettere alla tua coscienza di indurirsi, cercando di giustificare la tua ostinazione. Questo non farà altro che male a te! Non c’è nulla che possa giustificare la perdizione della tua anima (cfr. Marco 8:34-38).

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