Che cosa c’è dopo la morte?

Come fare ad essere pronti davanti all’ultimo passo?

Il dottor Rawlings, specialista di medicina cardiovascolare negli Stati Uniti, aveva spesso curato e visto morire ammalati gravi. Si era abituato poco a poco alla morte ineluttabile e ci pensava il meno possibile. Un giorno dovette curare un postino, anche lui gravemente malato di cuore. Ogni volta che si credeva che dovesse morire, il medico e i suoi assistenti lo rianimavano. Allora l’uomo si metteva a gridare: “Sono nei tormenti! Non fermatevi!”, e tutto il suo corpo tremava.

Dopo parecchie crisi simili, il malato chiese al medico:
“Come posso sfuggire a questi tormenti?”
“Penso che debba rivolgersi a Gesù Cristo”.
“Ma come fare? Non so pregare. Preghi lei per me!”

Colpito dalla disperazione del suo paziente, Rawlings si mise ad invocare Dio, che lui stesso aveva così facilmente dimenticato.
Lo stato del paziente cominciò a stabilizzarsi, ma fu il dottore ad interrogarsi. Le domande sull’aldilà si affollavano nella sua mente.
Che cosa c’è dopo la morte? Perché il suo paziente era tanto tormentato? Gesù poteva davvero dare la pace?

Cercò la sua Bibbia e trovò la risposta alle proprie domande. Capì qual era l’ostacolo insormontabile: la sua colpevolezza davanti a Dio. Ma, avanzando nella lettura, comprese che quel Dio di cui aveva paura, gli offriva il Suo perdono. Il Signore Gesù Cristo si era fatto carico di tutti i suoi peccati. Così il medico scettico ed il postino morente accettarono entrambi il Signore Gesù come loro Salvatore.

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