ACCETTARSI NELLA GRAZIA
“Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana” [I Corinzi 15:10]
L’apostolo ricorda il suo accanimento contro la Chiesa; poi, quasi a sollevarsi, ripercorre anche lo zelo per la causa dell’Evangelo, seguente la conversione. Tuttavia, per non scadere dall’autocommiserazione all’esaltazione di sé, Paolo sceglie di innalzare la grazia di Dio. L’insana considerazione di noi stessi è letale, sempre causa di estremismi. Una persona può giungere al disprezzo delle sue migliori qualità oppure, al contrario, a voler sempre superare gli altri, visti quali ostacoli a un primato senza cui si sente una nullità. Lucifero si ribellò perché non accettava di essere inferiore a Dio. Poi insinuò nell’uomo la distorta brama di sapere e diventare più di quanto il Signore aveva stabilito per lui. Eva mangiò del frutto proibito perché non riuscì ad accettarsi per ciò che era. Così fu pure per Adamo. Tali sono le radici spirituali del non accettare sé stessi. Guardiamo alla croce e vedremo la bassezza della nostra natura corrotta, anche se all’apice del successo umano.
Scopriremo, però, che Dio ci ha stimati così preziosi da dare Gesù per riconciliarci a Sé. Questa rimane l’unica cosa che provvede una completa guarigione dall’insana stima di sé: la grazia di Dio!