Ann Hasseltine Judson

La “missionaria martire” in Birmania

Ann Hasseltine Judson, moglie del famoso “Judson di Birmania”, è stata la prima missionaria donna e una delle più coraggiose mai vissute in terra straniera. Nonostante la sua gracilità, ebbe il coraggio e la fermezza di portare il messaggio della salvezza in Cristo in una terra ostile alla fede. Visse, faticò e sofferse per l’Evangelo in una nazione, la Birmania, a quel tempo governata da un re dispotico e spietato, senza un governo capace di amministrare la giustizia.

Ann H. Judson nacque a Bradford, nel Massachusetts, U.S.A., il 22 dicembre 1789. Fin dalla fanciullezza si distinse per la sua gioia di vivere e la mente brillante, accompagnati da spirito d’iniziativa e da infaticabile perseveranza. Ann eccelleva anche nei suoi studi, svolti all’Accademia di Bradford, dove i suoi insegnanti le avevano preannunciato un futuro luminoso, come avrebbe poi testimoniato la sua carriera.

Attraverso diverse esperienze e incontri, all’età di diciassette anni, Ann avvertì l’esigenza di un cambiamento radicale della propria vita. Dapprima, illusa di poter guadagnare la salvezza con opere pie, condusse una vita religiosa pensando che ciò l’avrebbe resa meritevole del paradiso. Lei stessa racconta quali e quante difficoltà incontrò nel tentativo di migliorarsi con i suoi sforzi, fino al momento in cui ascoltò l’Evangelo di Cristo, unica Via di salvezza. Dopo grandi conflitti, e dopo molte preghiere, trovò la vera pace dell’anima e la gioia del perdono dei suoi peccati. Fu colpita, in particolare, dal significato profondo di un versetto dell’epistola ai Romani che recita: “A chi non opera, ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli è messa in conto di giustizia” (4:5). Si rese conto, allora, di quanto fossero vani i tentativi di ottenere la salvezza attraverso le opere, dal momento che Cristo aveva già compiuto ogni cosa anche per lei. Tralasciò il fare, e iniziò a credere in Dio con semplicità. Comprese che, per compiere opere buone, occorreva prima la vita eterna; prima veniva la salvezza, poi il servizio.

Così, dopo che ebbe creduto nel Figliolo di Dio, che ella amò e adorò con tutta sé stessa, la sua vita fu interamente dedicata al servizio di Cristo.

In seguito alla sua conversione, l’esistenza di Ann fu ispirata a principi di devozione, santità e servizio cristiani. Nel suo diario, infatti, scrisse: “Custodisco il mio cuore con diligenza”. Anche la corrispondenza con alcune sue amiche manifesta la crescita di Ann nella grazia e nella conoscenza della Parola di Dio.

A diciotto anni iniziò l’insegnamento scolastico ad Haverhill, Salem e Newbury come dipendente del Ministero dell’Istruzione. Portò avanti questo impegno con successo per diverso tempo. A vent’anni le fu donata una copia di La vita di David Brainerd, libro che la indusse a riflettere sui bisogni di coloro che sono senza Cristo. A proposito del libro, nel suo diario, racconta: “Avvertii il forte bisogno di dedicare interamente la mia vita al servizio di Cristo”.

Ma l’episodio che avrebbe segnato il resto della sua vita fu il fidanzamento con Adoniram Judson, che a quel tempo stava per recarsi in India come missionario. Adoniram e Ann si sposarono il 5 febbraio 1812 e, il giorno dopo, insieme ai fratelli Newell, Nott, Hall e Rice salutarono la Tabernacle Church di Salem, nel Massachusetts. Judson e Newell, con le loro giovani spose, si imbarcarono il 19 febbraio, su una nave alla volta di Calcutta, fra le lacrime di amici e parenti. Il viaggio presentò tutte le difficoltà tipiche dell’epoca e, nonostante l’incessante mal di mare, la sorella Judson riuscì a portare a termine lo studio di alcune opere che dovevano prepararla al lavoro che l’attendeva. Il viaggio si concluse il 17 giugno, dopo ben quattro mesi trascorsi in mare.

Sbarcarono a Calcutta dove furono accolti dall’ormai anziano William Carey e si unirono ad altri missionari. Dopo un certo periodo trascorso a Serampore, città nel Golfo del Bengala, e a Calcutta, i coniugi Judson affrontano numerose opposizioni che li costrinsero a lasciare l’India per recarsi in Birmania, la loro effettiva destinazione, dove giunsero il 13 luglio 1813.

Ann Judson ebbe la gioia di vedere il primo convertito dopo sei anni di difficile semina. A seguito del conflitto militare sorto tra la Gran Bretagna e la Birmania, Adoniram Judson fu imprigionato e soltanto la determinazione e l’assistenza di sua moglie Ann lo avrebbe salvato da morte sicura. Finalmente liberato, tornarono a servire il Signore con maggior zelo, ma, dopo poco tempo, Ann Judson si ammalò di febbre gialla. La gravità della malattia, unitamente ad una salute particolarmente cagionevole e indebolita a causa delle innumerevoli difficoltà affrontate, la condurranno alla morte.

Ann H. Judson passerà alla Gloria del suo Signore la sera del 24 ottobre 1826, addormentandosi tra le braccia di Gesù come una bambina stanca, mentre suo marito era in missione nella città di Ava. Aveva trentasette anni, molti dei quali vissuti al servizio del Maestro fino alla fine del suo breve pellegrinaggio terreno.

Tratto da “il Consigliere della Scuola Domenicale”
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